“I panni sporchi della sinistra”. I misteri di Napolitano nella recensione de Il Giornale

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Il presidente Napolitano è stato sempre garante dei poteri forti a livello nazionale e degli equilibri internazionali sull’asse inclinato dal peso degli Stati Uniti» scrivono i giornalisti di inchiesta Ferruccio Pinotti (del Corriere della sera) e Stefano Santachiara (Il Fatto) in I panni sporchi della sinistra (ed.Chiarelettere). Il primo ritratto, di 60 pagine, è dedicato proprio al presidente della Repubblica («I segreti di Napolitano»), «l’ex ministro degli esteri del Pci» come lo definì Bettino Craxi interrogato dal pm Di Pietro nel processo Enimont. I rapporti con Mosca, quelli controversi con Berlusconi (il mensile della corrente migliorista del Pci, Il Moderno, finanziato da Fininvest, ma anche dai costruttori Ligresti e Gavio), e le relazioni oltreoceano, con Washington. Una storia complessa, dalla diffidenza iniziale del Dipartimento di Stato Usa e dell’intelligence americana («nel 1975 a Napolitano gli fu negato il visto, come avveniva per tutti i dirigenti comunisti»), alle aperture dell’ambasciata Usa a Roma, al «misterioso viaggio» di Napolitano negli Stati uniti nel ’78, nei giorni del sequestro Moro, l’altro viaggio insieme a Occhetto nel 1989, fino «all’incontro festoso, molti anni dopo, nel 2001, a Cernobbio, con Henry Kissinger, ex braccio destro di Nixon, che lo saluta calorosamente: “My favourite communist”, il mio comunista preferito. Ma Napolitano lo corregge ridendo: “Il mio ex comunista preferito!”».
Il credito di Napolitano presso il mondo anglosassone si dipana nel libro-inchiesta anche su un fronte diverso, che Pinotti segue da anni, la massoneria, e che si intreccia con la storia più recente, in particolare con le dimissioni forzate di Berlusconi nel 2011, a colpi di spread e pressioni delle diplomazie internazionali. Su questo terreno gli autori fanno parlare diverse fonti, tra cui una, di cui non rivela il nome ma l’identikit: «Avvocato di altissimo livello, cassazionista, consulente delle più alte cariche istituzionali, massone con solidissimi agganci internazionali in Israele e negli Stati Uniti, figlio di un dirigente del Pci, massone, e lui stesso molto vicino al Pd». Il quale racconta: «Già il padre di Giorgio Napolitano è stato un importante massone, una delle figure più in vista della massoneria partenopea» (proprio nei giorni successivi all’uscita del libro sarebbe spuntata, dagli archivi di un’associazione massonica di primo piano, la tessera numerata del padre di Napolitano, ndr). Tutta la storia familiare di Napolitano è riconducibile all’esperienza massonica partenopea, che ha radici antiche e si inquadra nell’alveo di quella francese…». Avvocato liberale, poeta e saggista, Giovanni Napolitano avrebbe trasmesso al figlio Giorgio (legatissimo al padre) non solo l’amore per i codici «ma anche quello per la “fratellanza”» si legge. E poi: «Per quanto riguarda l’attuale presidente, negli ambienti massonici si sussurra da tempo di simpatie della massoneria internazionale nei confronti dell’unico dirigente comunista che a metà anni Settanta, all’epoca della Guerra fredda, sia stato invitato negli Stati Uniti a tenere un ciclo di lectures presso prestigiosi atenei. Napolitano sarebbe stato iniziato, in tempi lontani, direttamente alla «fratellanza» anglosassone (inglese o statunitense)». Da lì il passo ad accreditare la tesi, molto battuta in ambienti complottisti, di un assist guidato a Mario Monti, è breve, e viene illustrata da un’altra fonte, l’ex Gran maestro Giuliano Di Bernardo («criteri massonici nella scelta di Mario Monti») e da uno 007 italiano. L’asse di Berlusconi con Putin – specie sul dossier energia – poco gradito in certi ambienti, entra in questo quadro (fantapolitica?). Con un giallo finale nelle pagine del libro, raccontato dalla autorevole fonte (senza nome): Putin avrebbe dato a Berlusconi delle carte su Napolitano. Se queste carte esistono, riguardano più i rapporti americani di Napolitano che quelli con i russi». Materiale per una avvincente spy story su Berlusconi, Napolitano, Monti, Putin, la Cia, il Bilderberg…

(Paolo Bracalini)
Link all’articolo de Il Giornale

Appalti alla ‘ndrangheta: indagato sindaco Pd di Serramazzoni

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Anche in Emilia la ‘ndrangheta ottiene gli appalti entrando nelle stanze del potere politico. E’ un quadro accusatorio senza precedenti quello che emerge dall’inchiesta della guardia di finanza nel Comune di Serramazzoni, centro di 8mila abitanti sull’Appennino modenese. Il sindaco Luigi Ralenti del Pd, al secondo mandato, è indagato per corruzione e turbata libertà di scelta del contraente in relazione a due commesse pubbliche: il recente ampliamento del polo scolastico (costo 230mila euro) e il project financing da un milione e centomila euro per il restyling dello stadio dove oggi milita la squadra di dilettanti e vent’anni fa segnava i primi goal il futuro campione del mondo Luca Toni. Nel mirino ci sono i lavori edili affidati a una coppia di società a responsabilità limitata, secondo gli inquirenti riconducibili a Rocco Antonio Baglio, considerato la longa manus della cosca Longo Versace di Polistena (Gioia Tauro), e al figlio Michele, una sorta di direttore di cantiere. La delicata inchiesta del Pm Claudia Natalini, poi affiancata dal sostituto Giuseppe Tibis, è partita nel luglio scorso dopo l’incendio doloso che ha devastato la villa di campagna di Giordano Galli Gibertini, ex calciatore del Modena titolare di un’impresa edile. Pochi mesi prima erano stati bruciati anche gli spogliatoi del campo sportivo di Serramazzoni: ignoti avevano impilato le magliette della squadra, versato olio bollente e appiccato il fuoco. Baglio senior è accusato da un lato di aver bruciato la villa del costruttore e poi di aver trovato un accordo col sindaco Ralenti per l’assegnazione degli appalti.
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