Le rarissime adorabili dominanti

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Le protagoniste dei miei racconti sono spesso ispirate a personaggi storici e a donne forti che la vita mi ha dato la ventura di incontrare. Il caporedattore de ‘Il Giornale’ Vittorio Macioce, nella sua recensione a ‘La purezza del serpente’, scrive che “le donne di Santachiara sono ribelli”.
Certo, se si intende che debbono affrontare le difficoltà culturali ed economiche della società patriarcale maschilista contro cui il femminismo continua a lottare giustamente. Trovo però più appropriata e dettagliata la recensione, durante una serata di letture e musica in Versilia, ad opera della storica dell’arte Elisabetta Landi: “Le donne di cui scrive Santachiara vincono, superano gli ostacoli con agilità”, non si limitano cioè alla rivendicazione di una parità ma sono loro stesse, nelle relazioni, nel lavoro, nelle passioni, nell’arte, nella vita libera e naturale ad affermarsi con gioia.

Non si tratta di premi e riconoscimenti pubblici, che non ricevono a sufficienza per quanto realizzano in società, ma della cosa più importante: tali donne vincono vivendo intensamente, felicemente. Infatti Lou Salomè, citando Spinoza, sosteneva: “Il solo sbaglio è tradire la propria natura, la sola perfezione è la gioia”. Lou, che insieme all’amica Frieda von Bulow sostiene la causa femminista, dice infatti a Frieda che si lamenta del poco spazio riservato ai suoi scritti dal mondo letterario, come quello economico e politico nelle mani dei maschilisti: “Non ho bisogno dei loro spazi, io sono già superiore”. A margine dell’evento teatrale alla Congleton library, dopo le performance di Deborah Edgeley e Mark Sheeky, una coppia di amici che organizza ogni anno il festival ‘Fall in Green’, spiego in uno scalcagnato english il pensiero di Lou:


A vent’anni, nei carteggi con il 40enne Nietzsche, Lou Salomé gli tiene testa e lo supera per originalità, poi attraversa i momenti più artisticamente pregevoli fruttificandoli, più avanti partecipa alla nascita della psicoanalisi influenzando direttamente Freud. Resta coerente con la propria indole, i propri desideri: rifiuta svariate proposte di matrimonio e dice subito chiaramente ai grandi pensatori amici che la loro sarà una “unione casta e fraterna”, cosa che poi avviene malgrado i corteggiamenti anche disperati (non c’è un bene e un male perchè ciascuno segue la propria natura: Lou è chiara nel nutrirsi di arte nelle molteplici forme e gli spasimanti, pur sapendo di essere solo amici, la desiderano ineluttabilmente, soffrendo). Le rare volte in cui Lou si innamora – rompe anche il tabù della differenza d’età vivendo la relazione più lunga con il poeta Rilke di 12 anni più giovane – mantiene salda la propria libertà e fa emergere la complementarietà che forma nella coppia, dove è lei la più forte, anche fisicamente: nella sua autobiografia si legge che non aveva difficoltà a rovesciare il marito Andreas, così come Xenia Onatopp sovrasta spavaldamente l’ammiraglio nel film ‘Goldeneye’

La rarissima adorabile dominante non si sforza di esserlo per assecondare le fantasie del partner (pochi uomini ammettono di averle, uno è Andrea Scanzi) perchè lei è così naturalmente se stessa (evviva!): niente di violento o di aggressivo, nella complicità giocosa dell’intimità, così come quando esprime la sua arte, lei è libera e potente come un fiume in piena, travolge l’uomo che la venera, la ama profondamente e dunque fa di tutto per renderla felice tutte le volte che lei lo porta con sè, in casa o in viaggio, in città o al mare e in montagna. Sì, perché ella vive con pienezza il momento erotico per raggiungere il sommo piacere ma anche tutti gli altri momenti: gusta la tenerezza in ogni istante, con l’amato, da sola, con gli amici, con gli animali, con le beltà del creato e dell’intelligenza umana. Profumi, colori, sapori, poesia, rapporti con la natura e con le altre persone in attività sportive, culturali e nell’arte. Trae il meglio incurante di pregiudizi e giudizi altrui.

“La sola perfezione è la gioia”.


			

Lou Salomè, l’audio-video della scena I

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Una vita ricca di incontri e scoperte, viaggi nei principali centri culturali e nella più profonda interiorità. Lou Salomè (1861-1937) attraversa due secoli sublimando ragione e istinto,filosofia e arte, narrazione e psicoanalisi. Spirito libero e acuta studiosa, respira affinità cerebrali peculiari e rapporti ardentemente delicati, laddove il senso di sorellanza non refrena le passioni tormentose degli innamorati, ricambiate solo in rari casi, come quello del poeta Rainer Maria Rilke, di 15 anni più giovane. Una selettività naturale che non le sottrae la preziosa amicizia di intellettuali e avventuriere impegnate nella lotta per i diritti delle donne, da Malwida von Meysenbug a Frieda von Bulow, e l’invisibile filo che la lega alla madre Louise Wilm. Il percorso esistenziale di Salomé si intreccia a quello dei massimi pensatori di fine Ottocento e inizio Novecento, dimensioni illuminate dal genio e dalla meraviglia in un vortice di emozioni e di crescita che spicca il volo a Roma con l’amor fati di Friedrich Nietzsche e si libra gioiosamente nel cuore del vecchio continente. Al culmine di traiettorie ardite soggiunge alla scienza di Sigmund Freud, spingendo sempre oltre l’iridescente curiosità.

Due anni fa scrissi un libro biografico, una commedia sulla vita di Lou Salomè, il nostro progetto di realizzare il film ora si arricchisce: grazie alla collaborazione degli attori Paolo Massaria e Claudia Blandino, e al montaggio di Francesco Guida, abbiamo realizzato l’audio-video della scena I.

Studio di Sigmund Freud, novembre 1912.

Qui trovate il romanzo biografico in forma di commedia: