Chicca e Camilla sono due micie che vivono nella stessa zona.

Se il gallo dei vicini le sveglia all’alba

Camilla: “Uffa, domani vado là a lo addento!”

Chicca: “Simpatico! Che bell’arietta fresca, alzarmi prima significa che avrò più tempo nella giornata! Se sarò stanca dormirò più tardi, al fresco di una siepe”

Se i doberman da caccia del vicino abbaiano fino alla siepe di separazione tutte e due scappano,

Camilla: “Che cattivi cagnacci, potessi essere il vostro padrone!”

Chicca: “Come siamo fortunate, siamo libere di andare ovunque vogliamo”

Se le lucertole si espongono un po’ troppo alla ricerca del sole

Camilla: “Ecco, anche se non ti mangio, ti uccido!”

Chicca: “Ti ho presa, ma complimenti per la tua velocità! Non ti pungo mai con le mie unghie, così potremo giocare anche domani!”

Se gli amici umani escono in giardino un giorno d’estate

Camilla piagnucola per avere cibo e poi se ne va

Chicca, sdraiata, muove il musino e sbadiglia se stava dormendo, poi si rotola su se stessa, infine socchiude gli occhi e li riapre come a dire: “Sono qui, ti voglio bene”

Quando il tempo è fresco Chicca, se ha fame, gusta particolarmente pesce fresco, se non ha fame salta sul tavolo di legno o attorno ad un albero e si fa le unghie, poi corre invitando gli umani a rincorrerla, se si sente molto allegra si arrampica istintivamente anche sul tetto della veranda in legno e poi non sa come fare per scendere. Le prime volte diffidava degli umani che cercavano di prenderla in braccio per farla scendere e miagolava, poi col tempo si è lasciata abbracciare e portare a terra.

Se gli umani innaffiano il giardino

Camilla se ne va offesa.

Chicca prima si nasconde dagli sprizzi d’acqua, poi si avvicina e torna a correre via ma restando ad osservare curiosa, contenta come ad ogni novità, che sia un nuovo mobile in cui intrufolarsi o una pianta da annusare.

Quando l’anziano che le aveva adottate per primo, trovandole nella casa disabitata poi abbattuta dalle gru del cantiere, faceva un giro in bicicletta per salutare mia nonna Ester davanti alle nuove case delle micie.

Camilla: “Ciao, ciao, sei tu ok”

Chicca: “Nonno! Ti faccio le fusa piano piano, spingendo con le zampe sulla pancia, perchè mi ricordi quando prendevo il latte dalla mia mamma. Grazie infinite per tutto”

Se un falco o una cornacchia rapace va in picchiata contro la piccola Dumbie (la migliore amica di Chicca, di pelo bianco e nero, chiamata così dai miei zii Giorgio e Roberta che la ospitano nella villetta adiacente, per le orecchie a sventola in riferimento al cartone Dumbo)

Camilla scappa terrorizzata e colpevolizza Dumbie: “Colpa tua e delle due orecchie a sventola!”

Chicca drizza le sue orecchie, corre come un ghepardo nella direzione dei versi di Dumbie e dello svolazzo della cornacchia, prende le botte ma salva l’amica, le lecca le ferite, anche la propria (un taglio superficiale), la veglia nei giorni seguenti.

Se qualcuno vieni a farci visita nel giardino o in soggiorno

Camilla se ne va : “Chi è che disturba?”

Chicca subito diffida e si allontana, soprattutto se al suono del campanello è associata una battuta nei suoi confronti, ma poi, quando vede che gli ospiti sono graditi nella casa: “Grazie, i complimenti fanno sempre piacere. Una carezzina sì, prendermi in braccio no però” dice sorridendo con la coda in su.

Se Dumbie vuole giocare in un momento inopportuno

Camilla le dà una zampata e prosegue quello che stava facendo

Chicca le fa capire che non è il momento, dopo però la raggiungerà per giocare. Le zampate saranno senza unghie, un po’ come quando guarda il viso dell’umano scrivente da vicino, lo punta con le orecchie abbassate con molta voglia di prenderlo ma poi muove la zampa lentamente, lo sfiora soltanto e lascia la zampa lì protesa, come per dargli la mano.

Se spuntano il riccio o la tartaruga

Camilla sbuffa: “Chi sono questa bestiacce? Perchè non le mandano via prima che rovinino la nostra erba?”

Chicca: “E tu chi sei? Vieni da un posto tanto lontano… Che bella storia quella che hai cominciato a raccontarmi, stiamocene qui insieme, al tramonto, sorseggiando da questo vasetto d’acqua piovana”.

Se le sorprende il temporale

Camilla: “Dannato tempaccio, una giornata sprecata”

Chicca: “I terreni si dissetano, che bel rumore questo ticchettio. Alla fine mi sembra di ricordare che a volte arrivi l’arcobaleno”

Se gli umani usano troppo lo smartphone

Camilla è indifferente: “Saranno cose importanti di lavoro”

Chicca se ne dispiace: “Perchè non fa una pausa per giocare o per fare quelle faccende qui intorno che mi diverto a osservare? Non mi garba quell’oggetto metallico, preferisco quando scrive sulla carta con la penna, infatti gliela bacio col nasino”

Se dall’oggetto metallico però esce una musica vivace come Madonna o romantica come ‘Sarà per te’

Camilla : “Preferivo il fruscio dei granellini del cibo”.

A Chicca piace: “E se qualcosa resta, sarà per te…”

Se rivedono dopo tanti mesi l’amico umano

Camilla “E dove sei stato tutto questo tempo? Va beh, fortunatamente non manca mai da mangiare”

Chicca socchiude gli occhi e li riapre.


Camilla non esiste. Chicca sì, la sua intelligenza sensibile potrebbe essere la stessa del film ‘Il lupo e il leone’ di Gilles de Maistre, o di ‘Un amore di cane’ di Aleksandr Domogarov, o quella degli umani che conservano la gioia di vivere.